La Stazione spaziale e lo Shuttle in transito sul Sole, così nascono foto iconiche di una nuova era
Bisogna trovarsi al posto giusto al momento giusto. Gli astrofotografi da anni immortalano il laboratorio orbitante che sfreccia nel cielo sullo sfondo del disco della nostra stella o della Luna, per raccontare l'epoca della nostra civiltà in cui abbiamo colonizzato anche il cielo
Afferrata, congelata, nel suo incedere, sul fondale del disco lunare o, addirittura, del Sole. La Stazione spaziale internazionale (Iss) è l’oggetto artificiale in orbita più luminoso, visibile con facilità anche a occhio nudo, nelle giuste condizioni, quando attraversa la volta celeste dopo il tramonto. Ma di solito è poco più che una luce che sfreccia tra le stelle, o nel cielo rischiarato dal crepuscolo o dall’aurora. Mai di giorno. Catturarne un’istantanea e la forma non è un gioco da ragazzi, ma ci sono astrofotografi esperti che sanno come fare. Così nascono questi due scatti, che la immortalano nell’angolo più particolare e suggestivo. È un genere fotografico tipico di questo tempo, parte del racconto in cui la nostra civiltà ha fatto un passo in più, creando infrastrutture (come i satelliti) e ambienti abitabili oltre l’atmosfera.
Quella di Thierry Legault è davvero una fotografia eccezionale. Il francese è un esperto e navigato astrofotografo che gira il mondo proprio per essere al posto giusto nel momento giusto, e congelare attimi come questo. La Iss che transita davanti al Sole e si staglia con la sua silhouette inconfondibile. Ma ciò che rende speciale questa immagine è l’oggetto che le sta accanto: lo Space Shuttle Atlantis in avvicinamento. Legault ha fotografato la coppia il 16 maggio 2010, poche ore prima che il veicolo (poi pensionato nel 2011) attraccasse al laboratorio orbitante con a bordo sei astronauti.
Non è stata l’unica volta che Legault è riuscito a fermare una scena del genere. È accaduto di nuovo con la Iss e anche con gli Shuttle. Sulla pagina che raccoglie i suoi scatti migliori, se ne possono ammirare diverse. La Iss appare come un’ombra, composta dai moduli e dai giganteschi pannelli solari, è grande quanto un campo da calcio. Ciononostante, per riuscire a vederla così in dettaglio, è necessario puntare un obiettivo a focale lunghissima, o un telescopio. Legault utilizzò un rifrattore apocromatico da ben 3.600 millimetri di lunghezza focale (ovviamente con un filtro solare), scattando con tempi di posa brevissimi, 1/8000, e iso 100, molto bassa, per minimizzare il rumore. I satelliti, la Stazione spaziale e qualsiasi oggetto in orbita, infatti, si muove ad altissima velocità: circa 28.000 chilometri all’ora rispetto al suolo. E impiegano appena mezzo secondo ad attraversare una porzione di cielo così piccola come quella coperta dal disco della Luna o del Sole.
I transiti su Luna e Sole della Iss non sono rarissimi. Ma bisogna sapere esattamente quando e da dove osservare. Come spiegò lo stesso fotografo al sito space.com, “il transito, era visibile solo da un corridoio largo 3 miglia (5 chilometri) al di sotto della traiettoria di volo di entrambe le astronavi”. Per sapere quale fosse il luogo giusto, si è affidato a un sito (Calsky.com, ora non più attivo, ma esistono applicazioni che altri siti che offrono lo stesso servizio) che mostrava luogo e data del passaggio. Per realizzare quello scatto è dovuto volare a Madrid, ed essere pronto ad attivare l’otturatore alle 15.28 ora dell’Europa centrale. Una curiosità, nelle stesse ore in cui Legault li fotografava da Terra, anche l’equipaggio dell’Atlantis realizzava bellissime immagini della Stazione spaziale internazionale alla quale si stavano avvicinando.
Stesso procedimento è quello utilizzato da Joel Kowsky, fotografo e astrofotografo della Nasa, per immortalare ancora una volta la Stazione spaziale internazionale in uno dei suoi transiti davanti alla Luna. Era il 2 dicembre 2017, da Manchester Township, sobborgo di York, Pennsylvania. L’alta velocità dell’otturatore, in questo caso, gli ha permesso di riprendere la sagoma della Iss ben sei volte durante lo stesso transito. Tra i risultati, c’è dunque anche una suggestiva foto composita di tutti e sei gli scatti. Anche qui una curiosità: a bordo della Iss, in quel momento, c’era anche l’astronauta Paolo Nespoli, al lavoro durante la sua terza e ultima missione nello spazio.
Credits copertina: Thierry Legault
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