Marco Berardinelli (Google) annuncia la rivoluzione dell'AI anche a scuola
Ecco come Google for Education Italia supporterà il Ministero dell'Istruzione per la sperimentazione dell’intelligenza artificiale nelle scuole di alcune regioni italiane
Supportare studenti e docenti attraverso l’intelligenza artificiale, contrastando la demonizzazione della tecnologia e “fornendo alle scuole gli strumenti per una lezione più inclusiva”. È l’obiettivo di Google for Education Italia che darà il suo contributo tecnologico alla sperimentazione del Ministero dell’Istruzione e del Merito riguardo l’utilizzo dell’AI nelle scuole.
Il progetto, voluto dal ministro Giuseppe Valditara, sbarcherà presto all’interno di 15 classi medie e superiori di Calabria, Lazio, Toscana e Lombardia.
Ne abbiamo parlato con Marco Berardinelli, responsabile Google for Education Italia.
Può spiegarci meglio il vostro supporto?
Abbiamo pensato di poter supportare i docenti attraverso la nostra tecnologia, come Gemini, che ha l’obiettivo di fornire al docente strumenti che gli consentano di fare una didattica innovativa risparmiando tempo per utilizzarlo in attività di maggior qualità. L’altro obiettivo è migliorare il processo di apprendimento dello studente che sarà supportato dall’intelligenza artificiale. L’AI non proporrà la risposta corretta allo studente, ma identificherà i gap e darà maggiori informazioni per aiutarlo a capire quello che sta facendo e i vari processi utili.
In un’intervista hai detto: "La tecnologia non deve lavorare al posto nostro ma fornire gli strumenti per una lezione più inclusiva”. In molti credono che possa non esserci più meritocrazia nel momento in cui gran parte dei compiti potranno essere gestiti da strumenti artificiali. L’esperimento italiano ha il compito di scardinare questa ideologia?
Sicuramente l’intelligenza artificiale non andrà a sostituire il docente. In tutte le rivoluzioni tecnologiche c’è stato il timore che la macchina potesse sostituire l’uomo; poi abbiamo visto che così non è andata. Il prodotto generato dall’AI deve essere considerato un semilavorato che deve poi essere personalizzato e integrato dal docente o dallo studente. È il nostro pensiero critico che entra in gioco e che dovrà essere sviluppato sempre di più come nostra competenza.
Sono pronti i nostri insegnanti a gestire questo cambiamento?
Secondo me sì. Non dimentichiamo che abbiamo già fatto un passo in avanti, a causa del covid. Se faccio una fotografia ai docenti italiani di oggi e la confronto con quella di quattro anni fa, si nota un cambiamento, una volontà di interagire con la tecnologia e l’innovazione molto forte. Più forte che in altri Paesi, direi.
Guardando al futuro, come immagina l'evoluzione del ruolo dell'intelligenza artificiale nelle scuole nei prossimi 5-10 anni?
Una previsione così lunga in questo mondo è difficilissima. La trasformazione del mondo educativo passa per la modifica del ruolo del docente. Con l’insegnante tradizionale non si fa una didattica nuova. L’intelligenza artificiale va esattamente in questa direzione, supportando il docente, togliendogli attività di routine per dedicare questo tempo a nuove metodologie. Mi aspetto finalmente un secondo grosso cambiamento per arrivare all’obiettivo di un nuovo sistema educativo italiano.
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