Ma oltre all'occhio e all'orecchio, anche la mano vuole la sua parte: la nuova frontiera è la digitalizzazione di sensi finora trascurati, tatto e olfatto. Abbiamo raccolto esperienze e speranze da ragazze e ragazzi di diverse età. Camilla di Anguillara Sabazia, 10 anni, è convinta che l'odore della pioggia non possa essere digitalizzato. Salvatore M. Aglioti, neuroscienziato e pioniere nel campo delle relazioni tra cervello e nuovi dispositivi, risponde: in realtà siamo molto vicini. Basta inviare al cervello un piccolo impulso olfattivo, la stessa percezione è anche e soprattutto un atto creativo. Il cervello adora essere illuso e si accontenta di pochi stimoli, a partire dai quali elabora la complessità. Non avremmo la capacità computazionale per percepire la realtà nei suoi dettagli. La possibilità, un tempo soltanto fantascientifica, dell'interfaccia neurale, diviene sempre più concreta.