10 cose che non si possono ignorare sull’Intelligenza Artificiale
L'intelligenza artificiale (AI) è la capacità di una macchina di esibire abilità simili a quelle umane, come il ragionamento, l'apprendimento, la pianificazione e la creatività. Consente ai sistemi di comprendere l'ambiente circostante, risolvere problemi e agire per raggiungere specifici obiettivi. Questi sistemi elaborano dati per prendere decisioni autonome, adattando il loro comportamento in base all'esperienza precedente. Nonostante le enormi potenzialità di questa tecnologia, già da diversi anni è in corso una valutazione dei rischi e si iniziano a definire nuove regolamentazioni, tra le quali l'AI Act.
AI e mercato del lavoro
Secondo un recente rapporto di Goldman Sachs, l’intelligenza artificiale potrebbe sostituire 300 milioni di posti di lavoro a tempo pieno nei prossimi dieci anni, e secondo il World Economic Forum poco meno di un terzo di questo avvicendamento potrebbe avvenire già nei prossimi due anni. I settori più toccati saranno quelli delle professioni intellettuali che forniscono servizi economici.
La percezione delle tecnologie di AI come infrastrutture del futuro ha favorito l’emergere di una nuova stagione di politiche industriali orientate al loro rafforzamento. Gli studi di political economy comparata stanno mettendo in luce il fatto che le tecnologie legate all’intelligenza artificiale non rappresentano solo prodotti commerciali ma asset strategici di una nazione, in quella che viene definita come una nuova corsa agli armamenti tra USA e Cina (AI arms race).
Fonte: Rivista CdM dicembre 2023 - Autore: Marco Ferrante
Credits immagine: Midjourney Bot @Nik
La coscienza dell’AI
Nel maggio 2022, Blake Lemoine, un ingegnere di Google, ha fatto scalpore affermando che un'intelligenza artificiale sviluppata dall'azienda, chiamata LaMDA, era diventata "senziente". Le affermazioni di Lemoine si basavano su conversazioni che aveva avuto con LaMDA, in cui l'AI discuteva di argomenti come la natura della coscienza, la morte e il suo desiderio di essere riconosciuta come persona. La vicenda ha acceso un forte dibattito sulla natura della coscienza e sul potenziale dell’AI di raggiungere la sensibilità. Alcuni esperti hanno sostenuto Lemoine, affermando che le conversazioni con LaMDA dimostrano che l'AI ha sviluppato la capacità di ragionare e di provare emozioni. Altri invece hanno criticato le sue conclusioni, affermando che LaMDA è semplicemente un programma sofisticato in grado di imitare il linguaggio umano, ma che non è in grado di comprendere il significato di ciò che dice. Google ha preso le distanze dalle affermazioni di Lemoine, dichiarando che LaMDA non è senziente e che le sue conversazioni con Lemoine erano il risultato di un'illusione. L'azienda ha inoltre sospeso Lemoine per aver violato le sue politiche di riservatezza divulgando informazioni interne.
Autore : Mauro Morra
Credits immagine: Midjourney Bot @Littlegunboy42
Algoritmo e legge: il caso COMPAS e i pregiudizi dell’AI
Gli algoritmi sono utilissimi, ma hanno un peccato originale, prevedono il futuro, ma replicando il passato. Non conoscono la libertà. Solo la necessità.
È il caso giudiziario più famoso dell’era algoritmica: il caso COMPAS. Un giudice negli Stati Uniti si serve di un software per decidere con quale pena condannare un imputato. Il programma, utilizzando una serie di dati riguardanti la persona, propone un profilo di rischio. Sulla base del profilo il giudice decide. Un gruppo di studiosi ha provato a capire il ragionamento dell’algoritmo. La scoperta è stata non troppo sorprendente. Uno dei dati usati per calcolare la probabilità di recidiva è se la persona ha già subito condanne. Ora, a tutti è noto che la popolazione carceraria americana è composta per la stragrande maggioranza di afroamericani. Non sorprenderà, quindi, scoprire che il programma sbaglia, assegnando la qualifica di altamente pericoloso a persone di colore del tutto innocue, oppure dichiarando a basso rischio persone di pelle chiara che, invece, si sono rivelate dei criminali.
Fonte: Rivista CdM ottobre 2023 - Autore: Andrea Simoncini
Credits immagine: Midjourney Bot @zlatanspielberg
L’AI individua la struttura di 200 milioni di proteine
Grazie all'Intelligenza Artificiale, in biologia, dal dopoguerra a due anni fa erano state scoperte 200 mila strutture di proteine, oggi grazie all'AI siamo arrivati a 200 milioni. Merito di AlphaFold, un programma di intelligenza artificiale sviluppato da DeepMind, una società di Google, che si occupa di fare previsioni della struttura delle proteine. In poche ore, a fronte degli anni richiesti con i metodi classici, AlphaFold è riuscita a definire la struttura tridimensionale delle proteine con una precisione notevole, superando in molti casi le precedenti metodologie. Ciò è di grande importanza nella ricerca biomedica e farmaceutica, poiché la comprensione della struttura delle proteine può fornire insight fondamentali sulle loro funzioni e sui meccanismi che guidano le malattie.
Autore: Mauro Morra
Credits immagine: Midjourney Bot @nmadurum
Large Language Model vs Large Action Model
Chiunque abbia avuto una conversazione con ChatGPT è rimasto stupito dalla facilità con cui si può intrattenere un dialogo gradevole sugli argomenti più disparati. Le risposte sono costruite correttamente da un punto di vista grammaticale e sintattico. La tecnologia alla base è il Large Language Models (LLM), che ha a che fare più con il calcolo delle probabilità che con la semantica. Nella sua essenza esso è composto da due sole componenti: una serie di numeri, magari molto grande, che caratterizza le probabilità delle sequenze di parole presenti in un corpus di informazioni preesistenti; e una serie di procedure con cui queste probabilità vengono calcolate, utilizzate e combinate per calcolare la parola seguente in una frase (es. la parola “cane” può essere seguita da abbaia, guaisce, mangia).
L’ultima tecnologia sviluppata dalla startup Rabbit.in è definita Large Action Model (LAM), una componente che consente di osservare un essere umano che esegue un compito tramite un’interfaccia mobile, desktop o cloud, e poi replicarlo in autonomia.
Fonte: Rivista CdM dicembre 2023 - Autore: Roberto Battiston
Credits immagine: Midjourney Bot @BigDaddyCharma
Google Gemini: nasce l’AI multimodale
Google Gemini è un modello multimodale, con capacità di comprensione degli input da fantascienza. L’innovazione sostanziale è data dal set di dati con cui il tool è stato addestrato. Non si limita al testo, ma contiene anche altri media. Sottoponendo Google Gemini al test MMLU (massive multitask language understanding), i risultati ottenuti sono spaventosi. Per la prima volta nella storia un modello ha superato l’essere umano, oltre che GPT-4, in varie attività quali la comprensione, la conoscenza e la risoluzione di problemi. Con uno score complessivo dell’89,8% di risposte esatte su oltre 50 materie: dalla storia alla medicina, dalla matematica all’etica alla fisica e al diritto.
Autore : Mauro Morra
Credits immagine: Midjourney Bot @westgate
Telepathy: il cyber-brain
È notizia di poche settimane fa del chip “Telepathy” di Neuralink, (l'azienda di neurotecnologie fondata da Elon Musk), un'interfaccia neurale che è stata impiantata nel cervello di una persona disabile. L'obiettivo di questa tecnologia ambiziosa è di migliorare le capacità cognitive umane e di permettere la comunicazione diretta tra cervello e apparecchiature digitali, spianando la strada alla telepatia artificiale.
L'interfaccia di Neuralink è composta da una serie di microfili sottilissimi che vengono impiantati nella corteccia cerebrale. Questi fili captano i segnali elettrici dei neuroni e li trasmettono a un dispositivo esterno che può decodificare questi segnali e utilizzarli per controllare dispositivi esterni, come un computer o un esoscheletro, oppure per comunicare con altri cervelli dotati della stessa interfaccia. Le potenziali applicazioni di Neuralink sono vastissime. In ambito medico, l'interfaccia potrebbe essere utilizzata per trattare disturbi neurologici come il Parkinson, l'epilessia e la paralisi.
Autore: Mauro Morra
Credits immagine: Midjourney Bot @YPN
L’AI e l’esercizio alla socialità
L’AI pone come nuovi orizzonti quali la socialità e la riduzione del gap relazionale. L'app Replika si presenta come un "amico AI" con cui gli utenti possono interagire tramite chat. Essa utilizza un modello di rete neurale ad apprendimento profondo addestrato su enormi quantità di testo e conversazioni. Questo modello permette all'app di generare risposte realistiche e personalizzate alle nostre conversazioni, creando l'illusione dell’esistenza di un amico virtuale. L’obiettivo di Replika è fornire compagnia e supporto emotivo agli utenti. Questo la distingue dai semplici chatbot. L’amico virtuale può diventare un confidente che ascolta senza giudizio, offre conforto e incoraggiamento, e aiuta a gestire lo stress e l'ansia.
Blush invece è un simulatore di appuntamenti, un Tinder virtuale. L'app consente di matchare personaggi virtuali (generati grazie all’AI) con personalità, interessi e obiettivi diversi, proprio come in un appuntamento reale. Attraverso conversazioni realistiche e interattive, si possono testare le proprie abilità di comunicazione, affinare tecniche di flirting e conversazione in un contesto artificiale.
Autore: Mauro Morra
Credits immagine: Midjourney Bot @AI Gallery
Scintille d’intelligenza: il papiro di Ercolano
Se da un lato l’incremento dell’utilizzo dell’AI suscita perplessità e preoccupanti allarmismi sul futuro prossimo dell’umanità, dall’altro ci sorprende e affascina, permettendoci di scoprire e studiare reperti archeologici di inestimabile valore. È il caso della “Vesuvius Challenge” un progetto ambizioso che cerca di decifrare i papiri carbonizzati di Ercolano, sepolti dall'eruzione del Vesuvio nel 79 d.C. e troppo fragili per essere “srotolati”. Ebbene, grazie alle immagini tridimensionali tomografiche computerizzate e algoritmi di AI, un gruppo di ricercatori è riuscito a decifrare, per ora, circa il 5% del rotolo.
L'autore – probabilmente il filosofo epicureo Filodemo – scrive di musica, cibo e come godersi i piaceri della vita. Nella sezione conclusiva, getta ombra sugli avversari ideologici senza nome – forse gli stoici – che "non hanno nulla da dire sul piacere, né in generale né in particolare". L’obiettivo e di riuscire a decifrare il 90% di tutti e quattro i papiri scansionati, che sono ben ottocento in totale.
Autore: Mauro Morra
Credits immagine: Midjourney Bot @TheBigTroll
Fake news: la Generative AI
Fino a oggi è stato generalmente possibile distinguere un’immagine fake da una reale. La famosa immagine di papa Francesco con il piumino bianco è un buon esempio, perfetta e realistica da un punto di vista tecnico, ma inattendibile da un punto di vista razionale: per una persona informata non è politicamente e culturalmente credibile che il papa avesse scelto di indossare quel piumino.
Sui reel di Facebook e di Instagram spuntano interviste plausibili a nuovi divi o a personalità pubbliche realizzate grazie alle elaborazioni video prodotte dall’AI. Se non fossero accompagnate da avvertenze, sarebbe difficile accorgersi del falso: la speciale sgranatura delle immagini rende già quasi nulla la differenza tra l’audio e il movimento labiale. Il tutto a costi molto limitati.
Per quanto possa apparire complesso o incomprensibile il senso di alcune di queste trovate; è sempre più evidente che sono meccanismi che andranno regolati. Dipenderà dalla governance delle piattaforme di distribuzione e dalla relazione con gli operatori, dai controlli e infine dalla volontà di adottare eventuali sistemi sanzionatori integrati e condivisi dalle piattaforme e da organismi sovranazionali.
Fonte: Rivista CdM dicembre 2023 - Autore: Marco Ferrante
Credits immagine: Foto di Nijwam Swargiary su Unsplash