Una Legge italiana per lo Spazio: giornata di studio alla Camera dei Deputati
La necessità di dotarsi di una legislazione per le attività spaziali, alla luce dell’evoluzione del contesto geopolitico, economico e tecnologico, grazie al ruolo sempre più centrale degli operatori privati e all’innovazione costante di infrastrutture, sistemi e servizi per lo Spazio.
Questi i temi che al centro della giornata di studio “Una Legge italiana per lo Spazio”, organizzata da Fondazione Leonardo-Civiltà delle Macchine, tenutasi a Roma lo scorso 15 maggio presso la Sala del Mappamondo della Camera dei Deputati.
Nel suo intervento di apertura ai lavori, Luciano Violante, Presidente della Fondazione Leonardo-Civiltà delle Macchine, ha evidenziato il notevole interesse che attualmente investe il comparto spaziale a livello globale, citando a titolo di esempio due recenti documenti: il “Washington Compact on Norms of Behavior for Commercial Space Operations” – realizzato da The Hague Institute for Global Justice e dedicato agli attori commerciali che operano in ambito spaziale – e l’“European Union Space Strategy for Security and Defence”, presentato lo scorso marzo dalla Commissione Europea, con un focus più incentrato sugli aspetti geostrategici. Dopo aver ricordato i principali dati relativi ai finanziamenti in ambito Spazio a livello nazionale ed europeo, il Presidente della Fondazione ha posto l’attenzione sugli elementi di debolezza che caratterizzano il comparto, tra cui la crescente difficoltà a reperire e trattenere risorse con competenze qualificate e l’ancora scarso sostegno allo sviluppo di start up e PMI italiane, nonostante l’emergere di nuove iniziative in questa direzione.
A seguire, Simonetta Di Pippo, Professor of practice Space economy presso la SDA Bocconi School of Management e Direttore di Space Economy Evolution Lab – SeeLab, ha incentrato il suo intervento soprattutto sui modelli di collaborazione tra Istituzioni e operatori privati, mentre Sergio Marchisio, Professore di Space Law presso Sapienza Università di Roma e Presidente di European Centre for Space Law – ECSL-ESA ha comparato il caso italiano con le esperienze di altri Paesi, tra cui Francia e Stati Uniti, nell’ambito della regolamentazione a livello nazionale delle attività spaziali.
Sono poi seguiti i liberi interventi da parte di rappresentanti delle Istituzioni, dell’Industria e del mondo accademico e della ricerca, che hanno evidenziato la necessità di arrivare alla definizione di una legge che sappia tener conto delle esigenze di un mercato in costante evoluzione, tra nuovi attori, innovazioni continue e una competizione sempre più serrata a livello globale.
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