Il breve regno delle crypto
Esiste ormai da un paio di decenni un nuovo modello di cittadino che è riuscito a incarnare una nuova versione del sogno americano: il miliardario del tech.
È il self made man, quello che era talmente intelligente da non finire nemmeno l’università, che grazie all’ingegno è riuscito a costruire qualcosa di grandioso, grazie a una precisa visione sul mondo. È una rivincita dei secchioni, che spesso nei profili più generosi, vengono paragonati agli uomini del rinascimento. Da nerd a Reinassance man. I nomi che vengono in mente sono quelli di Elon Musk, di Mark Zuckerberg, di Bill Gates, di Jeff Bezos. La loro immagine gira spesso intorno all’anticonformismo, al mito del garage dove tutto è iniziato, al look che diventa uniforme. I jeans e il lupetto di Steve Jobs alle presentazioni dei prodotti innovativi che cambieranno il mondo, le magliette e le felpe grigie di Mark Zuckerberg, ormai fanno parte della storia della tecnologia.
Questi personaggi, ormai celebri più di politici e sovrani, tanto da essere stati celebrati quanto abbondantemente parodiati – dal film di Adam McKay Don’t look up all’ultimo libro di Naomi Alderman Il futuro – hanno per un momento lasciato spazio a un nuovo tipo di star multimiliardaria: i crypto boys. Imprenditori, molto spesso giovanissimi, che hanno creato start-up e aziende che girano intorno alle criptovalute, da molti visti come i soldi del futuro. Il primo tra questi individui a far parlare di sé come di un nuovo genio è Sam Bankman-Fried, il trentunenne creatore di FTX, società per lo scambio di criptovaluta e di Alameda Research, che si occupa di trading quantitativo. Di Bankman-Fried abbiamo visto le fotografie dov’era vestito estremamente casual insieme a Tony Blair e a Bill Clinton. Al giovane imprenditore la rivista Fortune aveva dedicato una copertina dal titolo: “Il prossimo Warren Buffett?”. Bankman-Fried, noto anche come SBF, a inizio novembre è stato incriminato per frode, truffa bancaria, riciclaggio, trasferimento di denaro senza le necessarie autorizzazioni. Avrebbe perso oltre otto miliardi dei soldi di risparmiatori e investitori. Ora rischia 110 anni di carcere. La sua parabola è durata pochissimo.
Ma SBF non è l’unico ad avere una storia simile. Dopo il grande e repentino successo, il crollo. Ad esempio Changpeng Zhao, noto come CZ, è stato il fondatore e Ceo di Bionance, il più grande crypto exchange del mondo, diventato tale nel giro di pochi mesi. I crypto exchange sono quelle piattaforme che permettono ai propri utenti di scambiare le proprie valute digitali, come i Bitcoin, con altre crypto o con moneta legale, con euro, dollari o sterline. CZ è dimesso dopo l’incriminazione di riciclaggio e rischia circa diciotto mesi di prigione, avendo patteggiato per chiudere il processo.
I re delle crypto sembrano quasi tutti avere un breve regno. Charlie Shrem, fondatore di BitInstant (ora fallita) e della Bitcoin Foundation, nel 2014 è stato arrestato ed è rimasto due anni in prigione.
Condanna per riciclaggio, gestione abusiva di un servizio di trasferimento di denaro, e per aver favorito attività illecite nel mercato nero del Deep Web. Poi c’è Do Kwon, amministratore delegato di Terraform Labs, stato arrestato in Montenegro dopo dieci mesi in cui era ricercato come fuggitivo, dopo che la sua criptovaluta, Luna, era crollata bruciando 42 miliardi di investitori e risparmiatori. Arthur Hayes, fondatore ed ex Ceo di BitMEX, è riuscito ad avere uno sconto e ad ottenere solo sei mesi agli arresti domiciliari per accuse simili a quelle di CZ. Shu Zhu, cofondatore di Three Arrows Capital, che gestiva oltre 5 miliardi di fondi legati alle crypto, è stato arrestato a Singapore. Faruk Fatih Ozer, fondatore di Thodex, piattaforma per lo scambio di criptovalute, dopo sedici mesi di fuga, ricercato dall’Interpol, è stato condannato a oltre undicimila anni di carcere in Turchia.
È una lunga lista di fondatori, co-fondatori e Ceo che hanno avuto un breve e intenso momento di gloria. Astri nascenti che all’inizio della carriera, con l’esplosione delle cripto valute, venivano visti come dei nuovi Zuckerberg della finanza, ma che sono durati il tempo di una stella cadente. Le aziende ancora in vita in questo settore sono quasi tutte in crisi, alcune in bancarotta, o stanno comunque riducendo spese e numero di dipendenti. Ad oggi, quella che sembrava la rivoluzione della finanza, è stata solamente una meteora.
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